Vogliamo davvero il bene della nostra società? Vogliamo davvero traghettare i nostri figli in un epoca migliore? Davvero abbiamo un'idea di "COSTRUZIONE"? Desideriamo davvero il benessere nostro e quello dei nostri vicini?
E' bene allora forse continuare nella nostra riflessione ed addentrarci in questioni che non abbiamo compreso totalmente, pienamente, ponendoci almeno dei dubbi se non sia il caso di rivedere certi sistemi che si sono ipertrofizzati sotto i nostri occhi.
Siamo davvero sicuri che il mercato si autoregolamenta e che le persone migliori e i prodotti migliori vincono la sfida sui mercati semplicemente per meritocrazia? Ci sono esempi che possono dimostrare il contrario? Ci sono delle ipocrisie che non siamo i grado di confessare a noi stessi?
Siamo sicuri che se ci fossero più regole e fare da contrappeso ad alcuni sistemi ipertrofizzati non sarebbe un bene per l'occupazione ed il mercato?
Siamo davvero certi che possiamo risolvere le cose attuali facendo lavorare di più quei pochi lavoratori assunti (in qualche modo) e non sarebbe forse meglio regolamentare una riduzione dell'orario di lavoro settimanale e favorire un reale aumento degli stipendi?
Vogliamo riflettere meglio che gli egoismi che portano a distruggere il proprio vicino, il "prossimo nostro" e tutti quei sistemi che creano diseguaglianza, alla fine, sono controproducenti per il sistema stesso?
Non è forse il caso di rivalutare una migliore organizzazione di rete sociale che non consideri il lavoro soltanto inteso come oggi?
Non è forse giunto il momento di togliere il velo a certe ipocrisie e valutare davvero in "piazza" se certe furbizie fiscali dei potenti e grandi (che portano capitali all'estero, ad esempio o che sfruttano il lavoro cercando di pagarlo sempre meno) non stanno progressivamente ipertrofizzando un ramo dell'albero che presto potrebbe cadere sotto il proprio stesso peso e abbiamo davvero considerato che l'albero a cui è stato succhiato tutto questa "linfa" si sta seccando a spese dello stesso ramo che sta ingrossando?
Davvero si spera che mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri per classi e categorie alla fine si possa concertare meglio il mondo del lavoro?
Chi farà lavorare un fabbro o un muratore (per ristrutturare un bagno) se gli altri lavoratori di altre categorie avranno stipendi sempre più ridotti e se c'è ogni giorno chi tende a approfittare per sfruttare e sottopagare quello o quell'altro lavoro e lavoratore?
Forse è il momento di smetterla con le parole di ottimismo fine a se stesse, perchè gli anni passano e i semi non danno frutti.? Forse si deve cambiare ma in direzione delle masse, del popolo, redistribuendo dal basso ed aspettandosi che la ripresa riporti in circolo anche il resto? Forse se queste riflessioni avessero dato spunto a qualche cambiamento prima, oggi non saremmo ancora sull'orlo del prossimo baratro, in un cadere a gradoni che non ci sta portando a vedere certamente le Stelle che tutti sognavamo e sognamo per nostri figli, per i figli di questa Terra? Forse non stiamo guardando che in una guerra fra poveri del mondo, mentre il cibo macera nei Silos e le banconote dormono nei Caveau, la pigrizia e l'egoismo (di alcuni più di altri, a dire il vero) ci stanno ammazzando tutti, come vecchi annoiati della vita, incapaci di sognare un mondo migliore, terrificati, pietrificati dalla propria ignoranza.
In un economia in crisi ci sono Valori, abbandonati, può essere, negli ultimi anni, che possono moltiplicare il Capitale Umano, intangibile, straordianario racchiuso dentro di noi.
Magari possiamo trovare un modo per vincere l'incomunicabilità che ci rende deboli e avvicinare i linguaggi, cercando di cogliere l'essenza dei comportamenti per scoprire davvero l'amore e l'amicizia dove sono conservati per noi e per fare finalmente fuori quel mostro nascosto che è solo un parassista che si nutre delle paure dei più deboli.